Al Data Center Nation 2024 di Milano (17 aprile) abbiamo promosso il dibattito “From Site Evaluation to Data Center Implementation. A Construction Lifecycle Blueprint”, approfondendo le tematiche chiave per la costruzione di data center in Italia.
Alla discussione hanno contribuito:
- Michele Firpo - Construction Management Services Team Lead, Technical Director, Arcadis
- Davide Giovenzana - Construction Director, EMEA South xScale, Equinix - Permitting Committee Coordinator, IDA (Italian Datacenter Association)
- Luigi Sangiorgio - Operations Director Italy, Digital Realty – Board Member, IDA (Italian Datacenter Association)
Le fasi di progetto
Gli asset a vocazione tecnologica come i data center presentano uno sviluppo complesso non solo per il quantitativo di risorse e servizi richiesti, ma anche per la complessità dei processi approvativi e burocratici che iniziano fin dalla pre-costruzione.
La realizzazione si può idealmente suddividere in tre fasi: site evaluation e permitting, design, construction e handover.
Figura 1. Il processo ideale di realizzazione di un data center.
- Site evaluation e permitting. Dalla scelta del sito dove verrà realizzato il Data Center, il cliente si confronta con i diversi livelli di enti locali, dal Comune fino alla Regione, e incontra numerose richieste, sia generali, come l’approfondimento del progetto e dell’impatto sul territorio, sia tecniche, ponendo i primi limiti alla realizzazione. Questi ultimi possono essere già mitigati durante la fase di richiesta di permessi, e integrate nella successiva.
- Design. Come suggerito nell’immagine sovrastante, il design è strettamente legato ai vincoli normativa e dagli stakeholder locali. Nel caso di investitori stranieri, però, spesso la richiesta è di riprodurre nel territorio italiano un design già collaudato. Quindi, il team di progettazione deve essere capace di tradurre nel progetto quanto più possibile tutte le istanze del cliente e degli enti preposti, in modo tale da favorire il rilascio dei permessi nel minor tempo possibile e garantire la qualità del processo.
- Construction e handover. Dopo l’approvazione del design, la costruzione può finalmente iniziare. È il momento in cui si concretizzano tutte le decisioni prese nelle fasi precedenti, e che rivela la capacità di gestire tutti gli attori, in cantiere e non. A conclusione, il passaggio di consegne chiude la realizzazione e trasferisce la responsabilità al gruppo di gestione del corretto funzionamento del data center.
Ad oggi, in Italia non c’è una regolamentazione specifica per i data center e ciò influisce sull’applicazione delle norme di costruzione. Gli enti che si trovano a dover decidere sulla realizzazione si affidano a direttive e piani urbanistici non sempre pronti a questo tipo di asset: spesso la diversa interpretazione delle normative porta a confusione e ritardi nell’approvazione del design. IDA (Italian Datacenter Association), grazie all’ampia rete di soci, promuove la conoscenza di questi asset e stimola il dialogo con gli stakeholder per superare le difficoltà che accompagnano lo sviluppo delle infrastrutture per l’economia digitale in Italia.
Il dialogo con enti e investitori
L'evoluzione tecnologica italiana ed europea trova nel nostro Paese terreno adatto per la costruzione, grazie ad una posizione favorevole all’interconnessione globale e a una domanda in continua crescita. Tuttavia, non solo l’assenza di legislazione, ma anche il differente approccio ai lavori richiede una continua mediazione da parte del consulente.
La nostra esperienza ci porta ad evidenziare alcune delle differenze più importanti in fase di costruzione e handover (Figura 2). I ruoli italiani, definiti per legge, non sempre coincidono con le figure richieste da clienti internazionali, ma vengono integrate nello sviluppo del progetto. A delineare le relazioni fra le varie figure vi è il contratto firmato fra le parti, che stabilisce con chiarezza la responsabilità di ciascun ruolo, evitando duplicazioni e regolando il flusso di comunicazione.
Figura 2. I differenti ruoli nelle fasi di Construction e Handover viste da un cliente internazionale e dal contesto italiano.
Le differenze non finiscono qui: l’approccio costruttivo è anche una questione di mindset. Ad esempio, mentre player internazionali sono molto focalizzati sulla reportistica, in Italia questo aspetto non assume una simile importanza, e richiede un lavoro aggiuntivo rispetto ai requisiti di legge italiani.
Pianificazione e aggiornamenti richiesti dai clienti non sono, però, un mero esercizio di stile. Crediamo che una contaminazione fra la mentalità locale e l’esperienza estera sia positiva per garantire lo sviluppo di un progetto con chiarezza e dare visibilità al cliente del lavoro svolto. Il consulente, con una visione a 360° gradi del processo, fornisce un punto di incontro per le esigenze di tutti gli stakeholder, istituzionali e di progetto, riunendo servizi e richieste in un framework coordinato.
Il successo nello sviluppo di un data center
Considerata la complessità del panorama italiano, la realizzazione di un data center ha solidi KPI influenzati anche da fattori fuori dal controllo dei fornitori. Il rispetto del programma e dei costi è l’aspetto centrale per il cliente, il quale però deve essere affiancato nel comprendere come le peculiarità locali comportano un elevato grado di incertezza nelle fasi di pre-costruzione. Per questo motivo, la conoscenza del mercato e degli stakeholder pubblici e privati da parte di un consulente come Arcadis costituisce un vantaggio nel navigare fra le sfide di realizzazione.
Forti di un’esperienza locale e internazionale e dei casi studio globali, siamo capaci di accompagnare il cliente durante tutto il processo, fornendo le migliori soluzioni in ogni fase in base alle specifiche di ciascun sito. Il network di professionisti, inoltre, fornisce un supporto in tutto il mondo, condividendo le conoscenze e ottimizzando gli sforzi di sviluppo nel mercato.