Sabato 26 marzo Caroly Italiano, Environmental Project Specialist di Arcadis Italia, è partita per un viaggio in bicicletta per attraversare l’Europa. Il suo tour di 6 mesi sarà l’occasione per promuovere la mobilità lenta e l’armonia fra popoli.
Prima della partenza, Antonello Magliozzi, Head of Sustainability Solutions, si è confrontato con Caroly su questi temi, e ne è nata questa intervista, un dialogo aperto fra colleghi con a cuore una visione autentica di sostenibilità. Il viaggio è l’occasione per oltrepassare confini geografici, sociali e culturali, guardando la natura da una nuova prospettiva. Una visione che afferma una forza al femminile, una fiducia sulle possibilità di miglioramento, unitamente a una volontà di ricerca di identità europee.
Antonello Magliozzi: Caroly, come è nata la tua idea di viaggio?
Caroly Italiano: Nasce piano piano negli anni. All’università, durante l’Erasmus, ho iniziato ad utilizzare molto la bici. Appena sono tornata a Milano ho così continuato ad andare in bicicletta sempre più frequentemente, seguendo percorsi più o meno lunghi di piste ciclabili intorno alla mia città. Sette anni fa ho deciso di fare il mio primo viaggio in bicicletta. Ho seguito un itinerario lungo il Danubio, da Vienna a Budapest, percorrendo una EuroVelo per dieci giorni. Poi sono partita per un’altra avventura in Italia, da Lucca a Roma, sull’antica via Francigena, sempre della durata di circa dieci giorni. Man mano negli anni a seguire, specie d’estate, ho fatto viaggi in bicicletta sempre diversi, finché ho deciso di farne uno speciale, uno più grande, che potesse costituire una sorta di missione con un valore più forte.
Antonello Magliozzi: Potresti raccontarci qual è l’obiettivo di un viaggio così sentito?
Caroly Italiano: Ci sono più obiettivi! Sul piano personale penso di poter dire che faccio un viaggio per mettermi alla prova. Sarà più faticoso di quelli che ho già affrontato e, per questo, lo considero una sfida al femminile. Cambiare ogni notte un luogo dove dormire e affrontare situazioni non sempre agevoli significherà oltrepassare le mie certezze e metterle in discussione. Invece, sul piano generale, lo faccio con l’intenzione di raccogliere fondi da devolvere a INTERSOS, un’associazione che interviene nelle situazioni emergenziali nel mondo. Vorrei in tal senso sensibilizzare l’aspetto umano della nostra società civile, in particolare rispetto ai recenti terribili eventi in Ucraina. Infine, sul piano della mobilità sostenibile, vorrei poter dare un esempio diverso di concepire gli spostamenti lunghi. Una modalità che può unire l’utile al dilettevole, lo sport alla vacanza, insieme al rispetto per l’ambiente. Spero che la mia esperienza possa portare maggiore attenzione verso i temi della mobilità in senso più esteso, per affrontare in modo più concreto, ad esempio, problematiche infrastrutturali e ambientali.
Antonello Magliozzi: Quale sarà il tuo itinerario?
Caroly Italiano: Partirò sabato 26 marzo da Genova, e le prime due tappe le farò insieme a due nostre colleghe, Valentina Ursida e Daniela Gandini. La prima tappa sarà Genova-Finale Ligure, la seconda arriverà a Ventimiglia. Successivamente, da sola, andrò verso Nizza, Marsiglia, fino a Argelès sur Mer, per poi proseguire sulla costa spagnola fino a Calice. Poi, senza una pianificazione di dettaglio, proseguirò per il Portogallo, tornerò in Francia, per salire verso il Belgio, l’Olanda, la Germania e la Danimarca. Da lì inizierò il viaggio di ritorno verso l’Italia, per una durata complessiva di circa sei mesi. Anche se sarà un viaggio molto intimo, sono convinta che non sarò mai da sola, condividerò il tragitto con altri cicloturisti che, fatalmente, come me, saranno in giro alla ricerca di una connessione con il mondo.
Antonello Magliozzi: Caroly, qual è il messaggio che vuoi lasciare durante il tuo viaggio?
Caroly Italiano: Vorrei sensibilizzare le persone attraverso un gesto semplice come quello di una pedalata. Mi piacerebbe molto che questo mio viaggio possa smuovere negli altri un’energia capace di disinnescare quei meccanismi di abitudine sociale che spesso ci immobilizzano e non ci permettono di cambiare pensiero e qualità della vita. Affinché la società diventi più sostenibile, sia a livello di mobilità sia a livello sociale, è necessario un cambio di paradigma nelle abitudini. Il pensiero che una ragazza possa, da sola, viaggiare in bici per l’Europa esiste nell’immaginario delle persone? Si può creare!
Antonello Magliozzi: E alla fine del viaggio cosa vuoi portare a casa?
Caroly Italiano: Un modo diverso di vivere grazie ad una disconnessione dalla routine, per riscoprire le cose semplici della vita. Vorrei poter utilizzare nella vita “normale” tutto quello che ho imparato durante il viaggio!